Questa terra dolorosa, drammatica e magnifica. La passione di Paolo VI

E’ il titolo dell’ufficio drammaturgia che verrà rappresentato da Scena Sintetica sabato 9 marzo alle ore 20,30 nel Duomo Vecchio.
L’opera, già rappresentata a Roma il 12 e 13 ottobre 2018, la vigilia della canonizzazione di Papa Montini, viene ora offerta alla città dalla Compagnia di S. Orsola e dal Centro Mericiano in ricordo del profondo legame spirituale e d’amicizia di Giovanni Battista Montini con le sorelle Maddalena ed Elisabetta Girelli e l’attenzione per la Compagnia delle Figlie di Sant’Angela. Ma anche come contributo alle meditazioni quaresimali che si terranno in Cattedrale e che ruoteranno intorno alla figura e all’opera di San Paolo VI.

E’ un ufficio drammaturgico composto elaborando i pensieri e le parole dei discorsi e degli scritti del Pontefice bresciano scelti e ordinati cronologicamente, con qualche prestito prelevato dall’operina di Pasquale Macchi Paolo VI intimo.
Poche parole, ma pensieri alti ed esigenti che hanno guidato la regia verso una forma di teatro ritual-commemorativo, che non pigia sul pedale dello spettacoloso, ma non rinuncia all’accentazione acuta del pathos.
La struttura drammaturgica è semplice: un recitativo per soli e coro immerso in un flusso di immagini quasi ininterrotto. Le immagini (filmiche, fotografiche, documentarie, in bianco e nero, occasionali o d’archivio) hanno il compito di raccontare la biografia storica del Santo; alle parole, scelte da encicliche, discorsi, omelie, trattazioni… l’incarico di raccontarne la biografia interiore.
Come si diceva, la drammaturgia è proposta nel ricordo del legame spirituale e di amicizia di Papa Montini con le venerabili sorelle Maddalena ed Elisabetta Girelli, che tanto hanno operato per la promozione e valorizzazione della donna nella Chiesa e nella società.
Sono state le protagoniste del ripristino della Compagnia di S. Orsola a Brescia, avvenuto nel 1866, dopo la soppressione napoleonica del 1810. Di Elisabetta ricorre quest’anno il centenario della morte, avvenuta il 21 gennaio 1919.
Esse meritano particolare attenzione nel quadro della storia del Cattolicesimo bresciano per l’alto profilo spirituale delle loro figure, sancito nel 1998 dal riconoscimento delle virtù eroiche, e per il loro ruolo storico.
Esse, infatti, oltre ad avviare un consistente movimento di attività apostolica femminile nelle parrocchie bresciane, sono entrate in contatto con numerosi personaggi, di cui le pubblicazioni sul movimento cattolico bresciano parlano diffusamente, e spesso ne hanno sostenuto e coadiuvato le opere: tra questi personaggi ha un posto di rilievo la famiglia Montini, in particolare Giorgio Montini padre del futuro Paolo VI, che grazie a questi fecondi legami familiari conobbe molto presto S. Angela e la Compagnia da lei fondata.
Paolo VI, ricordando d’aver conosciuto la prima volta sant’Angela direttamente dalle parole di suo padre in udienza con Papa Pio X, mantenne sempre una grande attenzione nei riguardi della Compagnia di S. Angela, e sovente si informava di essa dal Vescovo Morstabilini.
In uno dei diversi incontri con il vescovo bresciano giunse ad affermare “Guardi, forse l’espressione è un po’ forte, ma le Figlie di S. Angela sono le “diaconesse” del nostro tempo” e circa le sorelle Girelli confidò “Noi ci ricordiamo ancora delle impressioni date a noi dalla nostra mamma che aveva frequenti contatti con le sorelle Girelli ed anche delle impressioni particolari avute da noi. si trattava proprio di santità, di quella genuina”.

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